QATAR 2022, DIVIETO BANDIERE LGBTI+ NEGLI STADI. ARCIGAY INSORGE
Bologna, 3 aprile 2022 - “Le recenti dichiarazioni del generale Abdulaziz Abdullah al-Ansari, capo della sicurezza del mondiale di calcio in Qatar, in merito al divieto per i tifosi LGBTI+ di poter sventolare negli stadi le bandiere arcobaleno e più in generale di poter liberamente essere se stessi, pone ancora una volta la questione della necessità di garantire la sicurezza e la libertà per i tifosi provenienti da tutto il mondo in occasione degli eventi sportivi internazionali, soprattutto nei paesi in cui l’omosessualità è perseguita per legge": lo dichiara Gabriele Piazzoni segretario generale di Arcigay. Gli fa eco Marco Arlati, responsabile sport della segreteria nazionale di Arcigay: "In occasione di questi grandi eventi sportivi la questione dei diritti civili è sempre di più posta al centro dell'attenzione, ed è necessario che le istituzioni sportive internazionali facciano capire ai paesi ospitanti che candidarsi per ospitare giochi internazionali vuol dire candidarsi anche ad ospitare tutte le diversità e differenze presenti nel mondo e non si può avere una cosa senza l'altra. Questi eventi sportivi possono costituire un volano per la diffusione dei diritti in quei paesi che non li riconoscono, a patto che le istituzioni sportive internazionali tengano la schiena dritta esigendo dai paesi ospitanti la piena sicurezza e libertà per giocatori e tifosi", conclude Arlati.
Bologna, 3 aprile 2022 - “Le recenti dichiarazioni del generale Abdulaziz Abdullah al-Ansari, capo della sicurezza del mondiale di calcio in Qatar, in merito al divieto per i tifosi LGBTI+ di poter sventolare negli stadi le bandiere arcobaleno e più in generale di poter liberamente essere se stessi, pone ancora una volta la questione della necessità di garantire la sicurezza e la libertà per i tifosi provenienti da tutto il mondo in occasione degli eventi sportivi internazionali, soprattutto nei paesi in cui l’omosessualità è perseguita per legge": lo dichiara Gabriele Piazzoni segretario generale di Arcigay. Gli fa eco Marco Arlati, responsabile sport della segreteria nazionale di Arcigay: "In occasione di questi grandi eventi sportivi la questione dei diritti civili è sempre di più posta al centro dell'attenzione, ed è necessario che le istituzioni sportive internazionali facciano capire ai paesi ospitanti che candidarsi per ospitare giochi internazionali vuol dire candidarsi anche ad ospitare tutte le diversità e differenze presenti nel mondo e non si può avere una cosa senza l'altra. Questi eventi sportivi possono costituire un volano per la diffusione dei diritti in quei paesi che non li riconoscono, a patto che le istituzioni sportive internazionali tengano la schiena dritta esigendo dai paesi ospitanti la piena sicurezza e libertà per giocatori e tifosi", conclude Arlati.